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In un medaglione a conchiglia incorniciato da finti motivi architettonici tardobarocchi e` rappresentata Minerva come nume tutelare delle opere di pace. La dea e` raffigurata su un sontuoso seggio al centro della scena, con elmo e corazza e uno spartito musicale arrotolato nella mano sinistra levata. Sulla destra, un gruppo di figure femminili rappresenta le arti della musica e della danza: alcune reggono strumenti musicali quali violoncello, dulciana e liuto, altre sembrano accennare dei passi di danza. A sinistra dell'affresco, sullo sfondo, tre donne simboleggiano Scultura, Pittura e Astronomia: una scolpisce un busto della dea con mazzuolo e scalpello, un'altra, in piedi, la ritrae su una tela, l'ultima, sul fondo, scruta il cielo armata di cannocchiale e compasso. A sinistra, in primo piano, alcune donne intente in lavori domestici: una donna seduta ai piedi della dea e` impegnata a cucire, una inginocchiata porge un cesto di cibo a Minerva, una filatrice e` alle prese col fuso.
L'affresco appartiene al fregio figurato, realizzato nello stile del barocchetto lombardo, che si snoda nella parte superiore della sala di Minerva di palazzo Trotti e racconta alcuni episodi salienti delle vicende della dea. Non e` stato possibile identificare l'autore del ciclo pittorico che, per l'uniformita` stilistica e iconografica con altre sale del palazzo, risulta appartenere a un'unica campagna decorativa, commissionata nei primi anni del Settecento dalla famiglia feudataria Secco Borella. Negli anni 1985/1986 e` stato realizzato un intervento di restauro dell'intera decorazione pittorica di palazzo Trotti a cura dello studio Cappelletti-Tocci, che ha eliminato tutte le ridipinture dovute a interventi integrativi precedenti.